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Di Giacinto: 40 anni di storia di famiglia tra innovazione, riciclo e sostenibilità

Nel cuore della Valle del Vomano, il giovane Pasquale Di Giacinto scopre un principio semplice ma potente: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
Questa filosofia ha guidato la famiglia Di Giacinto attraverso diverse generazioni, trasformando semplici inizi in una storia di innovazione e impegno nel riciclo dal 1979..
L'Intuizione avveniristica di Pasquale Di Giacinto
Trasformare in qualcosa di utile tutto ciò che si butta… Anche se il materiale d’avanzo non era poi molto nelle campagne abruzzesi del secondo dopoguerra, il pallino del giovane Pasquale di Giacinto era già quello del reimpiego, del riciclo: dare nuova vita a vecchi materiali.
Figlio e nipote di contadini della tenace Valle del Vomano, Pasquale nasce nel 1947 in provincia di Teramo. È la terra a dare lavoro e sostentamento alla famiglia Di Giacinto.
Palmantonio, padre di Pasquale, lascia la famiglia per tentare la strada delle miniere in Belgio dove rimane a lavorare per 12 anni. Nel frattempo, il piccolo Pasquale cresce e a 7 anni passa i pomeriggi a seminare pomodori, cocomeri e peperoni, per poi venderli il sabato in piazza al mercato di Teramo.
Nel 1960, al rientro del padre nella fattoria di famiglia Pasquale inizia a maturare una sua visione del lavoro nei campi che lo spinge verso l’innovazione, il progresso. Pasquale dimostra da subito uno spiccato spirito imprenditoriale, discute con il padre perché è convinto che per produrre di più sia necessario investire in macchinari più performanti.
A soli 14 anni lascia la famiglia per tentare miglior fortuna in Germania.
L’esperienza va a finire per il meglio, e proprio quando il giovane Pasquale riesce ad avere un tetto sulla testa ed un lavoro che gli consente di accumulare una discreta somma di denaro, sente il desiderio di tornare alla sua terra, alle sue radici. Il Vomano lo reclama.
Una volta a casa, ripreso il lavoro nei campi, l’escalation che lo porterà a fondare e dirigere un’azienda è abbastanza rapida anche se non priva di inciampi. Riprendono presto le liti con il padre per la gestione delle terre di famiglia: Pasquale ritiene sia necessario acquistare un trattore, il padre invece si è indebitato per comprare altre terre per i figli.
Il 1965 è l’anno della svolta. L’epifania si presenta a Pasquale del tutto inaspettatamente e quella che sembra l’ennesima disavventura si trasforma ancora una volta nell’occasione che aspettava: portando ad aggiustare il furgone del padre Pasquale scopre che il vecchio motorino d’avviamento rotto ha un valore che va oltre il suo funzionamento. Ed è un valore economico che sarebbe andato perduto: indotti, relè e matasse ancora funzionanti possono essere rivenduti, non solo, ma nel caso i pezzi andassero tutti bruciati, una volta smontato il motorino il rame l’alluminio ed il ferro avrebbero ancora un mercato. Trasformare in qualcosa di utile tutto ciò che si butta!
Dal recupero di vecchi arnesi dei contadini Pasquale passa presto alle macchine agricole fuori uso ed alle automobili abbandonate.
Negli anni successivi Pasquale si sposa e spinto dal desiderio di garantire una vita migliore all’amata Giulietta continua a lavorare duramente cercando auto da rottamare, spingendosi fino a Milano per acquistarle per poi rivenderle nel teramano. È già un imprenditore a tutti gli effetti. Lancia il cuore oltre l’ostacolo e acquista 10.000 metri di terreno per la sua famiglia.
Non è che agli inizi la carriera di Pasquale, e nel 1974 la sua voglia di fare sempre di più insieme ad un’altra grande occasione regalatagli dal Gran Sasso, la sua montagna, lo porteranno verso un traguardo fondamentale per la sua prima Azienda.
1979: Gli albori della Metalferro ed il recupero metalli come opportunità d’impresa
I lavori per la costruzione del traforo del Gran Sasso hanno prodotto una grande quantità di materiale di risulta. Tutta quella ferraglia non smaltita costituisce un problema per il direttore dei cantieri, per Pasquale una nuova opportunità e l’intuizione che orienterà la sua missione di vita: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Non è più solo una questione di famiglia: il riciclaggio di metalli e plastiche industriali diventa un impegno per il sociale, per il territorio e per il futuro delle nuove generazioni.
È il 1980 ed è l’anno in cui Pasquale compra la prima cesoia per tagliare i rottami, ed ancora una volta il suo istinto verso l’innovazione è un successo.

1990: Espansione e diversificazione con la SARRME
Nemmeno quando il mercato internazionale del rottame crolla Pasquale si perde d’animo: compra, nel 1985, un mulino per macinare i cavi di rame. Compra anche macchinari per la separazione a freddo: l’ecologia necessita un’attenzione maggiore.
Sotto la guida di Pasquale, insieme con la figlia Sandra ed il figlio Luca, nel 1990 Metalferro si consolida come leader nel riciclo di metalli, cavi elettrici e telefonici, apparecchiature elettroniche e nelle grandi demolizioni industriali.
In questo contesto, in un capannone, quasi per gioco nasce la SARRME, Società Abruzzese Recupero Resine e Metalli. La gestione dell’azienda viene affidata al giovane Palmino Di Giacinto, secondogenito di Pasquale che all’età di diciotto anni prende le redini di un’impresa destinata a crescere e innovare nel campo del riciclo.
Nemmeno quando il mercato internazionale del rottame crolla Pasquale si perde d’animo: compra, nel 1985, un mulino per macinare i cavi di rame. Compra anche macchinari per la separazione a freddo: l’ecologia necessita un’attenzione maggiore.
Sotto la guida di Pasquale, insieme con la figlia Sandra ed i figli Palmino e Luca, nel 1990 Metalferro si consolida come leader nel riciclo di metalli, cavi elettrici e telefonici, apparecchiature elettroniche e nelle grandi demolizioni industriali.
In questo contesto, in un capannone, quasi per gioco nasce la SARRME, Società Abruzzese Recupero Resine e Metalli. La gestione dell’azienda viene affidata al giovane Palmino Di Giacinto, secondogenito di Pasquale che all’età di diciotto anni prende le redini di un’impresa destinata a crescere e innovare nel campo del riciclo.
1998: Nasce CIER, leader nel riciclo di plastiche
Nel 1998, la crescente attenzione verso le materie plastiche – ed il PVC in particolare – che andava ben oltre il semplice ambito del riciclo industriale, porta alla fondazione della CIER srl.
CIER, sfruttando un quarto di secolo di esperienza accumulata dai Di Giacinto nella rigenerazione delle plastiche e dotata delle tecnologie più avanzate, diviene rapidamente un punto di riferimento nel settore del riciclo di plastiche domestiche, provenienti da prodotti usa e getta e imballaggi. La sua fondazione segna un importante passo verso l’innovazione in un settore emergente.

2000: La Formazione dell’ecosistema Vomano e la consolidazione ella spinta verso l'innovazione
La formalizzazione dell’ecosistema Vomano si ha nel 2000: un conglomerato di sette aziende guidate da Metalferro, che rappresentano la visione della famiglia Di Giacinto. Il gruppo si estende a vari settori che spaziano dal riciclo di plastiche e metalli alla produzione di generi alimentari, dall’organizzazione di eventi a demolizioni industriali ed aeronavali: la CIER SRL Compagnia Italiana di Ecologia e Riciclaggio, la S.A.R.R.M.E. Srl, divenuta società di gestione immobiliare,, la Lucania Metalli Srl., laDG Capital Service, la Fattoria Santa Chiara, e la Società Agricola Di Giacinto Srl.
Oggi: Il Futuro del Riciclo delle Plastiche nella visione della terza generazione Di Giacinto
La spinta continua verso sostenibilità e innovazione guida ancora oggi il lavoro e l’impegno della famiglia Di Giacinto. È Chiara Di Giacinto, nipote di Pasquale e CFO di C.I.E.R. srl a difendere la visione di famiglia e ispirare e sensibilizzare le nuove generazioni su una gestione consapevole delle plastiche:
“Oggi la demonizzazione di un materiale come la plastica non è più tollerabile; oggi dobbiamo capire che futuro è un tempo è un luogo in cui non c’è spazio per fare un passo indietro abbandonando un materiale innovativo come la plastica.
Futuro è uno spazio in cui bisogna fare un passo avanti, passo avanti lo si fa nei confronti di un materiale come la plastica solo riciclandolo, solo capendo come può essere gestita la plastica, e non abbandonandola o sostituendola con altri materiali: quello è un passo indietro.
Sono convinta che con l’educazione dei più giovani, con la cultura corretta della gestione di questo materiale si possa approcciare al futuro in maniera più consapevole, più innovativa, più tecnologica.”
Guardando avanti, la Famiglia Di Giacinto rimane fedele alla sua missione di pionieri nel riciclo. Sotto la guida della terza generazione, ancora una volta, l’azienda si impegna a reinventare il riciclo per un mondo più sostenibile